Accanto a Gianluca Guidi, che firma anche la regia, ci saranno Enzo Garinei, Emy Bergamo, Marco Simeoli, Piero Di Blasio, Beatrice Arnera e Francesca Nunzi. Jaja Fiastri: «Se riscrivessi oggi lo spettacolo, il finale sarebbe lo stesso». La nuova edizione della commedia musicale di Garinei e Giovannini debutterà al Brancaccio il 12 ottobre e vi rimarrà fino al 26 novembre.
di Ilaria Faraoni
Il Brancaccio compie 80 anni. Lo aveva annunciato a giugno scorso Alessandro Longobardi in occasione della presentazione della nuova stagione teatrale (leggere QUI).
È trascorsa l’estate ed il direttore artistico del Teatro di via Merulana (a Roma) ha ripreso il discorso da dove lo aveva lasciato, presentando alla stampa la nuova edizione di Aggiungi un posto a tavola, in scena grazie alla sua Viola Produzioni (la recensione dello spettacolo QUI – aggiornamento del 21 ottobre 2017)
«È un momento estremamente importante per il Teatro Brancaccio che, come sapete, quest’anno compie 80 anni da quando ha preso l’attuale configurazione. Quale momento migliore per fare uno spettacolo così importante, bello e nella memoria di tutti gli italiani – e non solo – come Aggiungi un posto a tavola? È una fortuna enorme! », ha esordito Longobardi.
Il direttore si è detto molto sereno e fiducioso nell’affrontare la nuova sfida: «Sta andando tutto veramente bene, abbiamo selezionato il cast tra migliaia di ragazzi venuti alle audizioni ed abbiamo trovato sia per l’ensemble, che per i ruoli, degli attori formidabili».
E Longobardi non si lascia intimorire nemmeno dalla crisi che attraversa il Paese: «Lo spettacolo, del 1974, fu pensato in un momento abbastanza critico del sistema sociale. Garinei e Giovannini puntarono su qualcosa di molto bello per fare in modo che il pubblico accorresse a teatro. Oggi ci ritroviamo in una condizione molto simile: abbiamo attraversato 5 anni di crisi molto forte, la gente è distratta dalla televisione, dal cinema, dal web; è sempre più difficile, specialmente in una città come Roma, sostenere lo spettacolo dal vivo, soprattutto se è come questo, con l’orchestra dal vivo, con un cast fenomenale, con una scenografia importante e con grandi costumi. Spero che oggi succeda la stessa cosa che accade nel 1974: che migliaia di persone accorrano a vedere Aggiungi un posto a tavola».
Poi il direttore e produttore Alessandro ha ricordato alla stampa i ben sette musical prodotti o coprodotti dal 2014 ad oggi dal Teatro Brancaccio: «È il segno che a Roma è nato un vero centro di produzione e speriamo che abbia un po’ di vita», ha concluso Longobardi.
Gianluca Guidi, che oltre a dirigere lo spettacolo torna a vestire la tonaca di Don Silvestro, ha sottolineato il momento emotivamente forte che lo coinvolge, tra tanti anniversari, anche se non ha mancato di stemperare l’atmosfera con una battuta delle sue: «È il 43° anno di vita di “Aggiungi un posto a tavola”, il Brancaccio compie 80 anni, mio padre ne ha compiuti 80 quest’anno… ed io anche, per spirito di squadra».
Poi l’artista ha continuato: «Devo ringraziare il Brancaccio perché raramente ho trovato una famiglia teatrale così importante e così professionalmente perfetta e sempre disponibile. Alessandro Longobardi ha messo a nostra disposizione il meglio che si potesse avere. La sua è stata una scelta molto coraggiosa, intellettualmente parlando, soprattutto visti i tempi. Non posso che essere grato, perché sono stato agevolato in tutto e per tutto: per me è stata una graditissima sorpresa».
E ancora, riferendosi al papà Johnny Dorelli, ha scherzato ancora Guidi: «Sapete benissimo che “Aggiungi un posto a tavola” appartiene quasi per usucapione alla mia famiglia, quindi per la prossima edizione sarete costretti ad aspettare mio figlio Giacomo che oggi ha 9 anni».
Fuori dallo scherzo, poi, Gianluca ha dichiarato: «Spero vivamente che questo spettacolo abbia una lunghissima vita e che ci sia la possibilità che un ragazzo giovane, bravo e capace prenda il testimone e porti l’Arca altrove».
E per “altrove” si intende anche oltre i confini italiani, tanto che Longobardi è subito intervenuto rivolgendosi a Guidi: «Noi speriamo di andare all’estero, quindi tu devi resistere per almeno altri 10 anni».
Nessuna tappa al di fuori dell’Italia è per ora comunque già stabilita. Se ne parlerà in futuro, fra tre anni. Di sicuro si prevede già la Svizzera italiana.
Sul testo non sono state apportate modifiche o attualizzazioni: «Rimaniamo fedeli all’originale, non tanto per le richieste autoriali, ma perché “Aggiungi un posto a tavola” è uno spettacolo ancora fortemente attuale. All’epoca ebbero un’illuminazione pazzesca. I temi affrontati toccano molte generazioni, per motivi diversi. La storia è un corso e ricorso, nel bene e nel male. Non ricordo un anno in cui qualcuno non si sia augurato un bel Diluvio Universale che cambiasse e migliorasse le cose. Un altro tema fondamentale è lo spirito di fratellanza. Dire che “Aggiungi un posto a tavola” sia un evergreen è sminuente, eppure lo è; è un piccolo capolavoro italiano!».
La parte dello spettacolo più amata da Guidi è poi quella in cui Don Silvestro parla con Dio sull’Arca: «Lo induce al ragionamento per bloccare il diluvio; quello è il momento a mio avviso più toccante attorialmente parlando, di tutto lo spettacolo».
Aggiungi un posto a tavola, in questa nuova edizione, sarà arricchito, a Roma, da un’orchestra di 16 elementi, che ha già dato un assaggio dello spettacolo aprendo la conferenza stampa con il brano del titolo, eseguito dal cast al completo schierato sul palco. La direzione musicale è affidata al Maestro Maurizio Abeni: «È un onore avere l’orchestra dal vivo come nel 1974» ha sottolineato Guidi; «Devo ringraziare la dedizione ed il talento di un musicista come il Maestro Abeni che onora la musica del Maestro Trovajoli in tutte le sue sfumature».
La direzione vocale è del Maestro Marco Bosco e lo spettacolo sarà cantato rigorosamente dal vivo, compresi i cori.
Guidi ha voluto porre l’attenzione sulla meravigliosa opera composta dal Maestro Trovajoli: «È una partitura che consiglierei di prendere in mano a molti giovani musicisti; è una lezione di armonia notevole, insegna come si dovrebbe scrivere la musica. Sono note che resteranno per sempre!».
I costumi di Francesca Grossi e le scenografie di Gabriele Moreschi, riprendono gli originali di Giulio Coltellacci, il cui allestimento, ha svelato Guidi, è ricordato anche in un libro inglese in suo possesso dal titolo The musical theatre in London, che esamina gli anni compresi tra il 1947 ed il 1997. «A metà del libro si parla di Beyond the Rainbow (titolo inglese di Aggiungi un posto a tavola) e, tra le tante cose, c’è scritto: “Ricorderemo per tutta la vita il meraviglioso allestimento scenografico di Giulio Coltellacci”».
Le coreografie sono firmate, come lo sono state fin dalla primissima edizione, dal Maestro Gino Landi, commosso fino alle lacrime quando ha preso la parola: «È bello e strano ritrovarsi in mano questo spettacolo. Ho avuto il piacere di collaborare da quando venne scritto, perciò mi sento anch’io come un parente stretto».
Jaja Fiastri, autrice con Garinei e Giovannini dello spettacolo, si è detta lietissima di poter vedere ancora una volta in scena Aggiungi un posto a tavola. «Quando lo abbiamo scritto, Sandro, Pietro ed io ci siamo divertiti moltissimo, è stato un periodo fantastico. Il fatto che continui a girare per il mondo mi inorgoglisce. Mi ha fatto sembrare di conoscere tante lingue: l’ho visto in tedesco, in russo, in inglese, in spagnolo e capivo tutto».
La scrittrice è molto soddisfatta anche dell’attuale cast: «La compagnia che vedo qui mi piace immensamente. Sono molto grata ad Alessandro Longobardi per aver messo su così bene questa ennesima edizione». Poi lo spazio ai ricordi: «Rimpiango molto i miei grandissimi amici Garinei e Giovannini, con i quali ho avuto un rapporto umano meraviglioso; rimpiango Giulio Coltellacci – un altro amico oltre che un genio – e Armando, con il quale sono stata amica da prima di Aggiungi un posto a tavola fino a quando se n’è andato. Ma non si deve provare malinconia: bisogna trasformare i ricordi delle persone importanti e amate in gioia. I ricordi sono preziosi, sono come gioielli; penso con grande piacere e commozione a tutti i grandi e geniali personaggi con cui ho avuto la fortuna di lavorare».
Quanto al cast, come già anticipato a giugno scorso, Enzo Garinei – che tante volte ha vestito i panni del Sindaco Crispino, anche nell’edizione diretta da Fabrizio Angelini con la Compagnia dell’Alba (la prima compagnia professionale ad ottenere i diritti di Aggiungi un posto a tavola al di fuori del Sistina leggere QUI, QUI e QUI) – passa ad interpretare la Voce di lassù. «Ogni volta è un’emozione enorme, perché ogni volta è un anno in più, ma dal momento che ci si deve voler bene tutti, questo sentimento allunga la vita, una vita che amo da 91 anni e che amerò, mi auguro, ancora per molto. È un piacere immenso ricordare Pietro, Sandro e Armando, che sono stati gli artefici di tutto». Poi Garinei ha concluso il suo intervento con una battuta: «Ho cominciato con piccole parti, oggi sono addirittura diventato Dio, cosa voglio di più?».
Emy Bergamo sarà Consolazione: «È la terza commedia musicale che affronto scritta da Garinei e Giovannini, da Jaja e dal Maestro Trovajoli: l’emozione e la responsabilità sono grandi!.
Devo scontrarmi anche con l’idea che hanno dato di questo personaggio Bice Valori, Alida Chelli, Chiara Noschese e Marisa Laurito. Ho affrontato con Gianluca un percorso non facile, perché riproporre la grandezza delle interpreti che mi hanno preceduto sarebbe stato impossibile: abbiamo trasformato Consolazione dandole un tocco di eleganza e di finezza, rendendola più attuale, facendo in modo che rispecchiasse anche maggiormente la mia fisicità, il mio modo di essere. Spero di riuscire a farvi innamorare anche di questa nostra versione».
Poi l’attrice ha continuato parlando dell’aspetto umano della sua esperienza: «Essendo la mia terza commedia di Garinei e Giovannini, porterò con me sul palco il bagaglio di emozioni che mi ha dato questa grande famiglia: ricordo una carezza ed un consiglio amichevole di Jaja Fiastri lo scorso anno in occasione di “E… Se il tempo fosse un gambero”; ricordo il Maestro Trovajoli che mi dirigeva in “Rugantino” e i baci di Gino. Penso ad Enzo Garinei che dalla sua postazione mi fa un applauso o mi dice “Brava!”. E poi ci sono tutti i miei colleghi che sono anche degli amici. Penso che tutto questo amore e questo bagaglio di emozioni, possano arrivare anche a voi».
Marco Simeoli sarà, in questa nuova edizione, il Sindaco, prendendo il testimone direttamente dalle mani di Enzo Garinei: «Sono emozionato per una serie di motivi. Ringrazio il Teatro Brancaccio, Alessandro Longobardi e tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di tornare a fare Aggiungi un posto a tavola, uno spettacolo che non si dimentica. Nel 2009 ho già avuto la fortuna di farne parte – sempre accanto a Gianluca – nel ruolo di Toto e mi sono divertito moltissimo. Sono molto fortunato che Gianluca abbia voluto rischiare affidandomi un altro ruolo; per un attore è molto stimolante. È una grande emozione e ed è una grande responsabilità anche se penso a chi mi ha preceduto: Paolo Panelli, Carlo Croccolo ed Enzo Garinei, che mi dà le sue benedizioni durante le prove. Infine sono molto emozionato e felice anche di tornare in questo teatro, che tantissimi anni fa mi vide accanto al maestro Gigi Proietti».
Di poche parole Beatrice Arnera che sarà Clementina: «Sono estremamente onorata e grata di essere qui. Ho 22 anni e lavorare in questo spettacolo per me significa fare una scuola con i migliori professori: ogni giorno mi trovo ad imparare una valanga di cose e posso solo dire: “Grazie infinite!”».
Anche Piero Di Blasio, cui è stato affidato il personaggio di Toto, come Marco Simeoli avrà in scena uno dei suoi predecessori: lo stesso Simeoli, appunto, come ha sottolineato l’artista stesso che poi ha continuato: «Qui è come essere al lunapark: guardiamo, ci divertiamo, ci sono i girevoli… Poi quando si ha la fortuna di avere accanto persone belle dentro e brave fuori, belle fuori e brave dentro, cosa si vuole di più dalla vita?».
Francesca Nunzi che sarà Ortensia, la moglie del Sindaco, ha condensato il suo intervento in un’unica battuta: «Voglio ringraziare di cuore questa meravigliosa compagnia e la produzione per avermi imbarcato sull’Arca, così me salvo!»
E per ogni approfondimento sulla storia dello spettacolo c’è lui, Alessandro Caria, che come ha detto scherzosamente Guidi, dello spettacolo ne sa più degli stessi autori; un mago nel trovare reperti di ogni tipo riguardanti Garinei e Giovannini: un appassionato, collezionista e critico teatrale che sta collaborando come consulente per questa settima edizione dello spettacolo (leggere il comunicato stampa a fine articolo).
Per concludere, noi di Rivista Musical! e Central Palc abbiamo chiesto a Jaja Fiastri:
La storia d’amore tra Don Silvestro e Clementina non finisce bene, nonostante avessero avuto l’approvazione di Dio in persona. Immagino anche che negli anni in cui è stato scritto lo spettacolo, fosse anche difficile pensare ad un finale diverso. Se lo aveste scritto oggi, avremmo avuto lo stesso epilogo?
Jaja Fiastri: «Il finale sarebbe stato sempre quello, perché Don Silvestro è nato per fare il prete e perché Clementina è una ragazzina che ha una cotta violenta, ma non è una persona razionale e coerente; è molto impetuosa ed emotiva. Certo, è innamorata, ma le andrà meglio con il carabiniere del finale. Però è molto importante che il Padreterno dica a Don Silvestro che può benissimo sposarsi perché, almeno in questa commedia, la castità dei sacerdoti non è stabilita da Dio, ma dal clero, che non è Dio!».
https://www.facebook.com/Aggiungiunpostoatavola2017/
#aggiungiunpostoatavola
https://www.teatrobrancaccio.it/
Segue Comunicato Stampa:
COMMEDIA MUSICALE DI GARINEI E GIOVANNINI
SCRITTA CON JAJA FIASTRI
LIBERAMENTE ISPIRATA A “AFTER ME THE DELUGE” DI DAVID FORREST
MUSICHE DI ARMANDO TROVAJOLI
GIANLUCA GUIDI – Don Silvestro
EMY BERGAMO – Consolazione
MARCO SIMEOLI – Sindaco Crispino
BEATRICE ARNERA – Clementina
PIERO DI BLASIO – Toto
FRANCESCA NUNZI – Ortensia
SCENOGRAFIE – PROGETTO ORIGINALE DI GIULIO COLTELLACCI
ADATTAMENTO SCENOGRAFICO DI GABRIELE MORESCHI
COSTUMI – DISEGNI ORIGINALI DI GIULIO COLTELLACCI
ADATTAMENTO DI FRANCESCA GROSSI
DISEGNO LUCI DI UMILE VAINIERI
DISEGNO FONICO DI EMANUELE CARLUCCI
COREOGRAFIE DI GINO LANDI
REGIA ORIGINALE DI PIETRO GARINEI E SANDRO GIOVANNINI
RIPRESA TEATRALE DI GIANLUCA GUIDI
DIREZIONE MUSICALE MAURIZIO ABENI
“LA VOCE DI LASSÚ” È DI ENZO GARINEI
ENSEMBLE
GRETA ARDITI ANTONIO BALSAMO BEATRICE EUGENIA BERDINI
VINCENZA BRINI FRANCESCO CARAMIA SILVIA CONTENTI
NICOLAS ESPOSTO MARTA GIAMPAOLINO GIAMPIERO GIARRI
SIMONE GIOVANNINI MATTEO GUMA FRANCESCA IANNÌ
FRANCESCO LAPPANO GIANLUCA PILLA ARIANNA PROIETTI
ANNAMARIA RUSSO ALESSANDRO SCHIESARO
CON ORCHESTRA DAL VIVO
12 OTTOBRE – 26 NOVEMBRE 2017
Alessandro Longobardi celebra gli 80 anni del teatro Brancaccio riportando sulle scene in tutto il suo splendore una delle più amate commedie musicali italiane AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri, protagonisti insuperati di un’epoca leggendaria per il teatro italiano.
Le musiche, composte dal grande Armando Trovajoli, di cui ricorrono i cento anni dalla nascita, hanno incantato intere generazioni.
Rappresentata per la prima volta nel 1974, fu un successo senza precedenti, con centinaia di migliaia di spettatori entusiasti, affermandosi anche sulla scena internazionale con oltre 30 edizioni e circa 15 milioni di spettatori, in Inghilterra, Austria, Cecoslovacchia, Portogallo, Spagna, Russia, Ungheria, Messico, Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Finlandia.
La nuova edizione, prodotta da Alessandro Longobardi per Viola Produzioni, debutterà in anteprima il prossimo 12 ottobre al teatro Brancaccio di Roma. La prima nazionale è fissata per il 17 ottobre.
Gianluca Guidi, già protagonista dell’edizione 2009/2010 nel ruolo di Don Silvestro, cura la messa in scena di questo spettacolo, avvalendosi di un eccellente cast creativo, composto dal mitico coreografo Gino Landi, assistito da Cristina Arrò; dal direttore musicale Maurizio Abeni, già assistente di Armando Trovajoli, che dirige l’orchestra dal vivo; dallo scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato il progetto originale di Giulio Coltellacci della celebre e ingegnosa scenografia, con il doppio girevole e la grande arca e dalla costumista Francesca Grossi che ha adattato i disegni originali dei raffinati costumi, sempre di Coltellacci.
Il disegno luci è di Umile Vainieri, il disegno fonico è di Emanuele Carlucci, la realizzazione dei contributi video è di Claudio Cianfoni. La scena è stata realizzata dalla scenotecnica di Mario Amodio che fu il costruttore nella prima edizione, da Antonio Dari per la parte meccanica e i costumi dalla Sartoria Brancaccio.
Il cast artistico conferma nel ruolo di Don Silvestro Gianluca Guidi, erede legittimo del padre Johnny Dorelli, già protagonista della prima edizione. Enzo Garinei dopo ben 500 repliche nel ruolo del sindaco Crispino, questa volta è “La voce di Lassù”; Emy Bergamo è Consolazione segnando, dopo l’interpretazione di Rosetta in Rugantino e Adelina in Se il tempo fosse un gambero, il record di prima attrice ad aver interpretato tre ruoli da protagonista femminile del repertorio di Garinei e Giovannini. Crispino è Marco Simeoli, che nella quinta edizione aveva già recitato a fianco di Gianluca Guidi come Toto, il cui ruolo viene oggi affidato al giovane e brillante Piero Di Blasio. Dopo la lunga selezione durante gli affollati provini, per il ruolo di Clementina è stata scelta la giovanissima Beatrice Arnera, voce fresca e incisiva, un’autentica rivelazione. Ortensia, moglie di Crispino, è interpretata da Francesca Nunzi.
L’ensemble è composto da 17 artisti, cantanti, ballerini.
La commedia musicale è prodotta da Viola Produzioni, dopo il successo ottenuto con i musical Rapunzel (2014) regia di Maurizio Colombi, Sister act (2015) regia di Saverio Marconi, Peter Pan (2016) regia di Maurizio Colombi, L’ultima strega (2016) regia di Andrea palotto, E…Se il tempo fosse un gambero (2016) regia di Saverio Marconi, La Regina di ghiaccio il musical (2017) regia di Maurizio Colombi. Viola Produzioni insieme al Teatro Brancaccio, esempio importante di teatro di produzione della capitale, conferma l’efficienza del polo produttivo composto da un eccellente staff diretto da Carlo Buttò.
NOTE DI REGIA
Aggiungi un Posto a Tavola!
Rimettere in scena Aggiungi un Posto a Tavola!
Quando Alessandro Longobardi mi ha chiesto di tentare questa impresa, devo dire, l’entusiasmo è salito subito alle stelle; poi (un po’ come Don Silvestro che col martello, guardando l’arca spalle al pubblico, dice “… va bene farò da solo… da solo” per poi crollare su sé stesso) il senso della realtà ha avuto la meglio.
Il Teatro di Garinei & Giovannini non è mai stato facile da riproporre, paradossalmente, nemmeno per loro stessi. La genesi di numerosi spettacoli concepiti dalla celeberrima coppia era sempre un perfetto mix di idee autoriali, costruzione registica collaudata, team creativo d’eccellenza, e, non ultimo, l’apporto interpretativo di veri e propri mostri sacri del palcoscenico, testimoni ultimi di una generazione attoriale e di una professione, ormai in via d’estinzione.
Nel caso poi dello spettacolo in “oggetto”, stiamo parlando di un successo planetario, allestito in quasi ogni parte del mondo, fatto salvo solo il mercato statunitense. Una Babele di linguaggi, attitudini attoriali, suoni, costumi e luci… il tutto sotto le mura di un’arca pronta a rifondare il mondo.
Personalmente ricordo, ovviamente, le molteplici versioni paterne (chissà cosa sarebbe stato Don Silvestro senza di lui), tra cui quella di Londra in cui lui si dimenticò per sei mesi di essere Johnny Dorelli, e divenne uno straordinario attore anglosassone… non l’ho mai più visto così diverso da se stesso e così straordinariamente bravo… ricordo ovviamente l’edizione del 2009/10 da me interpretata… e poi ricordo la prima al Sistina nel 1974 in cui si aprì il sipario la voce di Dio cominciò a parlare e dal palcoscenico arrivò un’ondata di profumi e note… e fu subito magia… che dura da ben 43 anni.
Come fare per non tradirla?
Intanto il dovere di un regista dovrebbe essere quello di non tradire gli autori… soprattutto (visto il vantaggio che comporta) in casi ove la materia è consolidata e soprattutto di comprovato successo.
Aggiungi un Posto a Tavola è una favola che parla d’amore, di accoglienza, di vita nuova da inventare e, possibilmente, migliorare, di esseri umani che hanno la possibilità di creare un mondo nuovo… e perché no? Anche di fede… minuscola per la scrittura ma assolutamente maiuscola se intesa come fiducia in se stessi, nel prossimo e nel futuro.
Devo ringraziare Alessandro Longobardi per molteplici ragioni.
La prima, sorprendente: ha saputo creare una “famiglia” teatrale, diretta dal sempre presente e disponibile Carlo Buttò, che non ha pari nel mondo teatrale italiano se non nell’ambito di acclamati Teatri Pubblici. Il livello di professionalità altissimo che ho trovato nel Teatro Brancaccio mi ha profondamente stupito e lasciato incredulo.
La seconda: l’investimento profuso per questo spettacolo è gigantesco. Immagino difficile da sostenere non fosse altro che psicologicamente.
Eppure a questa edizione di Aggiungi non manca nulla, anzi vi è più di quanto un comune mortale teatrante come me potesse immaginare. E senza aver fatto richieste particolari: ho trovato tutto sul piatto servito e apparecchiato come in un grande ristorante prelibato.
La terza: l’assoluta libertà di scelta di cast che mi ha lasciato, a volte chiedendo spiegazioni, a volte chiedendomi se fossi sicuro delle scelte fatte, a volte dicendomi che non era profondamente d’accordo con me… ma mai, e ripeto, MAI, una pressione nei miei confronti o ingerenze di qualsiasi natura.
Ad affiancarlo in questa grande “famiglia”
Ritrovo con piacere Gino Landi. Ultimo artista e creatore capace di creare coreografie che raccontino la storia con gli autori. Un caro amico che mi ha conosciuto nel 1974. E che, a tutti i costi, ho pregato di fare parte di questo nuovo viaggio dell’arca insieme alla sua preziosissima e meravigliosa amica e assistente Cristina Arrò, anch’ella solista di una passata edizione dello spettacolo.
Mi manca l’espressione, durante le prove, di Armando Trovajoli. Il mondo conosce le sue musiche, le sue colonne sonore, i suoi persistenti manuali di armonia in ogni misura musicale che ha scritto ; io ho avuto la fortuna, in passato, di poterne conoscere il senso dell’umorismo, l’eleganza persistente e profonda in ogni singola nota che ha scritto. I suoi sguardi di approvazione o di rimprovero. Ci ha lasciati però nelle mani di un ottimo musicista: Maurizio Abeni. Suo ultimo assistente… straordinario direttore musicale di questa edizione con una meravigliosa orchestra dal vivo di sedici elementi; da lui diretta e arrangiata. Al suo fianco Marco Bosco che, con passione e professionalità, dirige le parti corali dello spettacolo.
Jaja Fiastri, amica da molti anni. Una donna con un senso dell’umorismo senza pari applicato alla vita. Sono felice di aver ricondiviso con lei questa avventura di sua creazione.
Le scene di Giulio Coltellacci ricreate e ricostruite su un progetto pieno di tranelli e difficoltà. In modo mirabile da Lele Moreschi.
I costumi di Francesca Grossi sono filologicamente quelli delle edizioni precedenti, ma nuovi, freschi e pieni di vita anche appesi alle stampelle.
Il mio amico Umile Vainieri, compagno di grandi battaglie teatrali, firma le luci e gli sono grato per il rispetto che ogni volta dimostra nei miei confronti.
I nostri tecnici capitanati dal bravo Matteo Garofalo, deliziosi e capaci… alcuni di loro (come me) facenti parti del “Sindacato Figli d’Arte”… a partire proprio da Matteo.
Enzo Garinei (un grande amico), Emy Bergamo, Marco Simeoli , Beatrice Arnera , Piero di Blasio e Francesca Nunzi sono gli straordinari attori cantanti che danno vita ai personaggi.
Un grazie alla “mia” Manuela Scravaglieri, nel corpo di ballo della precedente edizione da me recitata, diventata poi preziosa, insostituibile, assistente alla regia… unica a cui concedo la possibilità di riprendermi sul lavoro… perché…io non lo so ma lei si, ha sempre ragione…
Il mio lavoro lo giudicherà chi vedrà lo spettacolo. Ma sono fiero e orgoglioso di quello che sto facendo. Ai posteri l’opinione su di esso.
Con Rispetto e Stima dedicata a Pietro e Sandro con i quali non ho mai avuto il piacere di lavorare.
Grazie
Gianluca Guidi
LA TRAMA
La storia, liberamente ispirata a “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che riceve un giorno un’inaspettata telefonata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per salvare se stesso e tutto il suo paese dall’imminente secondo diluvio universale. Il giovane parroco, aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa, nonostante l’avido sindaco Crispino che tenterà di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione, donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese, ma che si innamorerà di Toto e accetterà di sposarlo.
Giunto il momento di salire sull’arca, un cardinale inviato da Roma convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro, accusandolo di pazzia, cosicché sull’arca, sotto il diluvio, si ritrovano solo lui e Clementina, la giovane figlia del sindaco da sempre perdutamente innamorata di lui. Il giovane curato decide però di non abbandonare il suo paese e i suoi amici e Dio, vedendo fallire il suo progetto, fa smettere il diluvio.Per Brindare al lieto fine Don Silvestro aggiunge un posto a tavola per… Lui!
LA STORIA DI AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA RACCONTATA DA ALESSANDRO CARIA
Siamo nel cuore degli Anni Settanta e si sente. In un clima di recessione economica prende il largo la violenza criminale e politica, si diffonde quel crescendo di incertezza strisciante; sono gli anni degli assassini politici in strada, delle gambizzazioni e dei rapimenti firmati Brigate Rosse.
In questo contesto sociale, in questo clima prende forma Aggiungi un posto a tavola, nato da una felice intuizione di Jaja Fiastri (storica collaboratrice di G&G) che sempre in cerca di uno spunto per un nuovo spettacolo, trovò un libro in una bancarella ambulante della stazione Termini con una copertina che la colpì: c’era un giovane prete con i capelli biondi e lunghi, con una faccia simpatica. Si intitolava Dopo di me il diluvio, scritto da David Forrest (pseudonimo scelto da due scrittori inglesi: David Eliades e Forrest Webb). Era una storia di fantapolitica… ma quello che le accese la lampadina era l’idea che Dio telefonasse ad un prete per organizzare un secondo diluvio universale!
La Fiastri ne parlò con entusiasmo a Garinei e Giovannini e insieme coinvolsero, non senza qualche difficoltà, il Maestro Trovajoli. Garinei e Giovannini erano ad un bivio: forse questo spettacolo del loro trentennio potrà essere l’ultimo. Cosa fare? Uno spettacolo spartano ispirato ai tempi difficili, oppure ci si dimentica dei tempi che si stanno vivendo e ci si mette dentro tutto come ai vecchi tempi? Hanno scelto la seconda soluzione, non senza paura, grazie anche al decisivo contributo di Mario Croce, noto industriale delle calzature, che da allora ha coprodotto tutti gli spettacoli della ditta G&G. Croce, staccando un sostanzioso assegno per coprire gran parte delle spese di allestimento, fece persuasi G&G che solo con la possibilità di andare a vedere un grosso spettacolo le famiglie sarebbero uscite di casa la sera superando incertezze dell’austerity e la paura per quel clima di tensione sociale. Allo spettacolo, però, mancava ancora il titolo…
Come sempre c’erano alcuni titoli di “lavoro”, questa volta in lizza c’erano Concerto per prete e campane, Aggiungi un posto a tavola e La bis bisarca. Giovannini parteggiava sfacciatamente per il primo e Garinei per il secondo. Per risolvere in fretta la questione, G&G organizzarono un referendum che vide la vittoria di Aggiungi un posto a tavola.
Domenica 8 dicembre del 1974, ore 21:15. Il Teatro Sistina di Roma è esaurito in ogni ordine di posti. Dopo ben 76 giorni di prove il sipario si alza per la World Premiere (è davvero il caso di dirlo!) di Aggiungi un Posto a Tavola.
L’impatto che Aggiungi un Posto a Tavola ha su pubblico e critica è senza precedenti. Il pubblico si innamora da subito dell’umanità del pretino di montagna (Johnny Dorelli), delle prodezze comiche della mondana redenta (Bice Valori), dello stile teso e di effetto sicuro del sindaco (Paolo Panelli), della freschezza e incisività della teen-ager innamorata del parroco (Daniela Goggi) e della goffaggine del contadinotto che ritrova la virilità (Ugo Maria Morosi). Sulle pagine dei giornali, tutti i critici accolgono la nuova commedia musicale di G&G con recensioni che esaltano ogni aspetto della rappresentazione teatrale con elogi ed apprezzamenti straordinari, dal copione ricco di divertente fantasia narrativa, che esprime allo stesso tempo semplicità e ironia alle musiche orecchiabili e piene di estro di Armando Trovajoli (la canzone che dà il titolo allo spettacolo diventerà un evergreen clamoroso), dalle ben calibrate coreografie di Gino Landi alle maestose scene di Giulio Coltellacci fino alla esperta e collaudata regia di Garinei e Giovannini.
L’allestimento costa la cifra record di 270 milioni di lire. La prima annata (1974-’75) si svolge interamente a Roma, con il Sistina sempre esaurito fino al 2 giugno 1975, per un totale di 6 mesi con 188 repliche, l’incasso è di circa un miliardo e 300 milioni, mentre gli spettatori superano le 250 mila unità: Aggiungi un Posto a Tavola stabilisce il record di tenuta assoluto per uno spettacolo italiano nello stesso Teatro.Fin da subito il pubblico si mette paziente in coda al botteghino per trovare i biglietti dello spettacolo e a volte deve intervenire la forza pubblica per disciplinare la fila.
ANNI SETTANTA
Nella stagione a seguire (1975-’76) la compagnia di Aggiungi un Posto a Tavola compie una lunga tournée (otto mesi con spettacoli quasi giornalieri) attraverso le maggiori città italiane: Milano, Verona, Torino, Genova, Bologna, Firenze e Napoli sono le sole città che possono ospitare un allestimento del genere; ogni spostamento costa 25 milioni di lire. Nei mesi seguenti Aggiungi un Posto a Tavola arriva
in Spagna, debutto a Madrid con il titolo El Diluvio que Viene (la prima si ebbe l’11 marzo 1977 al Teatro Monumental), la commedia musicale è accolta in modo a dir poco trionfale andranno avanti per oltre 3 anni (con due spettacoli al giorno!) fino al luglio del 1980 totalizzando 2124 repliche.
Con il titolo di Himmel Arche und Wolkenbruch debutta a Lubecca il 9 giugno 1977 e tiene il cartellone per circa 6 mesi di repliche.
Aggiungi un Posto a Tavola torna così in Italia a grande richiesta. Al Teatro Sistina di Roma, la seconda edizione prende il via ancora una volta in clima natalizio il 6 dicembre 1977, con la novità di Jenny Tamburi al posto di Daniela Goggi: inizialmente erano in programma repliche per due mesi, ma si andò avanti con successo fino a cinque mesi, sempre a teatro esaurito fino al 23 aprile 1978. Lo spettacolo a questa data ha avuto in Italia 642 repliche ed è stato visto da circa un milione di spettatori! Nel marzo del 1978, con il titolo El Diluvio que Viene lo spettacolo ha attraversa l’Atlantico per approdare a Città del Messico, dove rimane in cartellone per circa 1.800 repliche.
Il 9 novembre 1978, con il titolo Beyond the Rainbow, arriva a Londra con il debutto nel prestigioso West End all’Adelphi Theatre; questa edizione rimane in scena – pur con un’accoglienza da parte della stampa non trionfale – per ben 238 repliche, circa 8 mesi. Johnny Dorelli è anche in questa edizione Don Silvestro. Le liriche dello spettacolo furono tradotte da Leslie Bricusse, vincitore di due Oscar e un Grammy Award. Lo spettacolo prosegue a mietere successi con l’edizione argentina, sempre come El Diluvio que Viene, che debutta il 19 aprile 1979 a Buenos Aires e che proseguirà per oltre 3 anni (prima al Teatro Nacional poi al Teatro Cómico).
L’edizione in lingua spagnola è stata messa in scena con grande successo anche in Perù, Cile e Venezuela.
ANNI OTTANTA
Nella seconda metà del 1980, El Diluvio que Viene parte per una tournée nelle maggiori città spagnole concludendo le repliche con un ritorno al Teatro Monumental di Madrid tra maggio e luglio 1983. Il 5 giugno 1981 prende il via anche l’edizione brasiliana a San Paolo (Teatro Cardoso), in lingua portoghese, con il titolo Aí Vem o Dilúvio, le repliche andranno avanti fino al 30 gennaio 1983, con una edizione a Rio de Janeiro (Teatro Zacaro) nel 1982.
A settembre del 1981 il sipario si alza a Lisbona in Portogallo per la prima di Aí Vem o Dilúvio.
La seconda edizione argentina debutta l’8 gennaio 1985 al Teatro Astral dove lo spettacolo tiene il cartellone fino al 27 ottobre dello stesso anno, proseguendo la stagione estiva presso il Teatro Opera di Mar del Plata; in seguito El Diluvio è andato in tournée toccando importanti città come Rosario, San Juan e Cordoba, per concludere le repliche il 4 ottobre 1987 al Teatro Colonial di la Plata. Lo spettacolo di G&G è ormai replicato e tradotto, spesso mantenendo l’allestimento originale, in più città del mondo, a volte contemporaneamente.
Nella seconda metà degli Anni Ottanta arrivano anche le edizioni dell’Est Europa con la produzione ungherese che debutta a Budapest nel dicembre 1987 con il titolo Mennybol a Telefon e poi in Cecoslovacchia, per giungere a quella russa, con arrangiamenti dalle sfumature rock, andata in scena a Mosca, come Konetz Svieta, il 10 aprile 1989.
ANNI NOVANTA
Viste le continue richieste al botteghino da parte del pubblico, Pietro Garinei decide di riprendere Aggiungi un Posto a Tavola che torna al Teatro Sistina di Roma il 9 marzo 1990, ancora con Johnny Dorelli che – nonostante avesse dichiarato di sentirsi un po’ fuori parte a sedici anni dal debutto – indossa di nuovo la tonaca e calza le scarpe da tennis per 73 serate da ‘tutto esaurito’, seguite l’anno successivo dalle sole (per l’indisponibilità di Dorelli a proseguire) 11 repliche milanesi, letteralmente prese d’assalto al Teatro Carcano. Accanto a Dorelli ci sono Tanja Piattella (Clementina), Alida Chelli (Consolazione), Adriano Pappalardo (Toto), Carlo Croccolo (Crispino) e Christi (Ortensia).
Nel settembre 1992 va in scena il terzo revival in Argentina al Teatro Lola Membrives per una breve stagione e l’anno successivo la seconda ripresa a Città del Messico (ancora al Teatro San Rafael), seguito dalla seconda edizione in Spagna nel 1995 (Madrid, Teatro Calderon).
DUEMILA
Nel luglio del 2000 va in scena in Brasile la seconda edizione Aí Vem o Dilúvio (San Paolo, Teatro Ópera). Il 17 dicembre 2002 (Milano) il pubblico italiano assiste alla quarta ripresa di Aggiungi un Posto a Tavola, l’ultima edizione diretta da Pietro Garinei; questa volta ad indossare la tonaca di Don Silvestro è Giulio Scarpati, ottimo attore di prosa e popolare volto TV. Completano il Cast la giovanissima Martina Stella (Clementina), Chiara Noschese (Consolazione), Max Giusti (Toto), Enzo Garinei (Crispino) e Christi (Ortensia). Dopo aver collezionato 87.000 spettatori al Nazionale di Milano in due mesi di repliche e 18 esauriti consecutivi all’Augusteo di Napoli, lo spettacolo trionfa al Sistina per altri due mesi; visto il successo, Scarpati e compagni torneranno a Roma per un altro mese la stagione successiva, nel mezzo di una lunga tournée che alla fine collezionerà quasi 250 repliche in due anni.
Prima la Spagna (nel 2004) e poi il Messico (nel 2007) mettono in scena la terza edizione de El Diluvio que Viene nei loro Paesi, con 10 mesi di tenuta nelle rispettive capitali.
L’intramontabile successo di Aggiungi un Posto a Tavola si conferma in Italia con la sua quinta ripresa (debutto al Sistina di Roma il 2 dicembre 2009). Il quotidiano Il Messaggero celebra con un inserto speciale i 35 anni della commedia musicale e il passaggio del testimone (o meglio, della tonaca) da Johnny Dorelli a suo figlio Gianluca Guidi. Dorelli collabora come consulente alla messa in scena insieme a Gino Landi (la regia è sempre quella tradizionale di Garinei e Giovannini). Con Guidi vanno in scena Valentina Cenni (Clementina), Marisa Laurito (Consolazione), Marco Simeoli (Toto), ancora Enzo Garinei (Crispino) e Titta Graziano (Ortensia). Lo spettacolo sbanca per l’ennesima volta il botteghino (le prime 82 repliche furono viste da 112.600 spettatori) confrontandosi con blockbuster come Cats, We Will Rock You e Beauty and tht Beast della Disney. Questa edizione viene applaudita da più di 300.000 spettatori in un totale di 239 repliche in tutta la penisola. Nel gennaio del 2011 debutta a Mar Del Plata la quarta edizione argentina de El Diluvio que Viene con la regia di Manuel González Gil e le coreografie di Ruben Cuello. Visto il grande esito lo spettacolo approda l’anno successivo a Buenos Aires prima al Teatro El Nacional e successivamente al Teatro Lola Membrives.
Nella primavera del 2013 (debutto a Lanciano) arriva la sesta edizione italiana di Aggiungi un Posto a Tavola proposta dalla Compagnia dell’Alba, un’edizione fedele all’originale degli anni Settanta nella regia e nelle coreografie (riprodotte da Fabrizio Angelini) ma ridimensionata nella costruzione scenica per permettere allo spettacolo di raggiungere anche quei teatri di provincia che non potevano ospitare l’edizione “kolossal”. Il Cast comprende Gabriele De Guglielmo (Don Silvestro), Arianna e Carolina Ciampoli si alternano come Clementina, e poi Jacqueline Ferry (Consolazione), Gaetano Cespa (Toto), Tommaso Bernabeo (Crispino), Brunella Platania (Ortensia). Visto il successo, la compagnia abruzzese colleziona quasi 150 repliche andando in scena anche nelle maggiori città della penisola e festeggia i 40 anni dello spettacolo all’Auditorium Conciliazione di Roma.
Nel gennaio 2016 c’è una ennesima ripresa in Argentina al Teatro Ópera Allianz di Buenos Aires.