A Roma il musical di Menken. Suor Cristina è Suor Maria Roberta. Anche Strabioli nel cast. Qualche domanda al regista Marconi
di Ilaria Faraoni
Il debutto è fissato per il 10 dicembre al Teatro Brancaccio di Roma. Con largo anticipo, Viola Produzioni e Alessandro Longobardi, in collaborazione con la Compagnia della Rancia, hanno presentato alla stampa, dopo quella targata Stage Entertainment, la nuova attesissima edizione italiana di Sister Act, titolo reso celebre dalla pellicola del 1992 diretta da Emile Ardolino con la straordinaria Whoopi Goldberg. Dal successo del film è nata, molti anni dopo, la versione teatrale (che debuttò in California nel 2006 per poi passare a Londra nel 2009 e modificarsi successivamente nella versione di Broadway del 2011), con le musiche di Alan Menken.
Saverio Marconi, che firma la regia, ha premesso subito: «Sono anni che presento spettacoli e faccio conferenze stampa, ma questa mattina un po’ di emozione e di imbarazzo ci sono. Da un lato mi dico che non è possibile, dall’altro sono contento: continuare ad emozionarsi è l’unico modo per fare questo lavoro».
Per chi fa spettacolo di questi tempi le difficoltà sono tante, ha sottolineato il regista: «Se non ci fossero persone come Alessandro (Longobardi, ndr) che con entusiasmo e testardaggine va avanti, forse il Paese sarebbe molto più povero, da questo punto di vista».
Riguardo alla storia ha spiegato Marconi: «Sister Act è un inno all’amore; il passaggio che attraversa Deloris, da donna sì piena di cuore ma molto leggera e superficiale a donna che capisce il valore della sua voce e del suo messaggio, è molto importante: ognuno di noi deve capire qual è il suo posto e fare il suo lavoro al meglio».
La protagonista, Belìa Martin, non è una “novizia” per usare un termine in tema, ma ha già affrontato il ruolo di Deloris come cover nel Sister Act versione spagnola, ed è proprio a Barcellona che Longobardi (direttore artistico del Brancaccio), la coreografa Rita Pivano e Stefano Brondi (direttore musicale dello spettacolo) l’hanno scoperta.
«È bravissima ed ha una voce calda, black», così l’ha presentata Longobardi, che ha aggiunto che Belìa sta studiando l’italiano.
«Sono emozionata, lavorare qui è un sogno»: queste le parole della Martin prima di esibirsi in anteprima per la stampa, sotto gli occhi di un entusiasta Saverio Marconi, che ha seguito la performance dietro ai giornalisti presenti con gli occhi che gli brillavano.
È stato poi nel coinvolgente pezzo d’ensemble, pieno di energia e gioia palpabile, che si è svelata la sorpresa misteriosa annunciata nell’invito alla conferenza: in mezzo a tutto il cast, in “borghese”, è spiccata un’artista già in abiti da suora; non erano però abiti di scena, era proprio lei, Suor Cristina, la religiosa che dopo The Voice of Italy ed un CD realizzato è tornata al suo “primo amore”, il teatro musicale, sostenendo il ruolo della timida Suor Maria Roberta, che dividerà con Veronica Appeddu: «Il Signore mi ha “chiamata” mentre cantavo e ballavo su un palco ed io testimonio Lui così, nella gioia di stare con questi ragazzi favolosi e di lavorare con Saverio, Rita, Stefano». «È un’esperienza bellissima, sto imparando tantissimo da tutti loro», ha spiegato poi la sorella che ha chiuso la prima parte del suo intervento con un eloquente: «Che Dio benedica questo musical!».
Alle provocazioni di chi le ha chiesto se si ritrovi in teatro perché i riflettori si sono spenti, Suor Cristina ha risposto con la calma ed il sorriso che la contraddistinguono: «Il Signore mi ha dato un dono e io non posso tenerlo per me: lo metto al servizio di tutti. Le mie consorelle mi supportano perché in noi c’è sempre la voglia di aprirci e di incontrare gli altri:anche questo è un modo per incontrarli». Tutto ciò non vuol dire usare il teatro solo per fare proseliti, ha precisato ancora Suor Cristina rispondendo al giornalista che glielo aveva domandato: «Siamo sempre chiamate a portare il nostro messaggio d’amore; lo faccio qui, con i bambini a scuola, ovunque». Sottolineando poi ancora una volta la chiamata avvenuta sul palco, ha concluso: «È il Signore ad indicarci sempre la via ed è qui che Lui mi vuole, altrimenti avrebbe fatto di tutto per ostacolarmi».
L’influenza della religiosa, del resto, ha già colpito nel segno se Saverio Marconi, che le ha rivolto parole entusiastiche, ha confessato che Cristina ha già conquistato tutti e non ha voluto aggiungere altro, quasi commosso. È stata Claudia Campolongo (Suor Maria Lazzara) ad aggiungere: «Noi che lavoriamo insieme a Cristina sentiamo questo tocco d’amore tutti i giorni, ed è un regalo!».
Francesca Taverni, che interpreta la madre superiora, ha scherzato sul proprio particolare taglio di capelli, che può finalmente portare perché invisibile sotto il velo, mentre Pino Strabioli (il Monsignore), per la prima volta in un musical, ha raccontato la sua felicità nel prendere parte allo spettacolo: «Ricordo la Compagnia della Rancia da La Piccola Bottega degli Orrori. Per me che non so ballare e cantare era come essere davanti ad un mondo incantato; far parte ora di questa “macchina” è un gran divertimento, è come essere alle giostre. Ci sono grande energia, forza, capacità di trasmettere gioia e, in un momento come questo, credo sia fondamentale trasmettere gioia e sconfiggere il terrore che ci scorre nelle ossa».
Stefano Brondi, ha raccontato poi le musiche (le liriche sono adattate in italiano da Franco Travaglio), che toccano il soul, il funky, la disco anni ’70, il gospel ed il pop in stile Broadway: «Ho avuto l’onore di lavorare sulle partiture stupende di Menken: dai cori di ogni tipo, ai brani struggenti della Madre Superiora, spero che le musiche vi coinvolgano come hanno coinvolto me». Ha poi continuato: «Quando abbiamo registrato la base dello spettacolo ci siamo avvalsi dei migliori professionisti che leggessero all’impronta, per dare il massimo dell’esperienza dal vivo ad una registrazione. Nei vari tagli a volte sono contenute delle piccole alterazioni, delle risate che sono state appositamente mantenute».
Rita Pivano ha parlato infine delle sue coreografie: «C’è una bella energia; ho cercato di lavorare attenendomi al periodo degli anni Settanta, con movimenti di quell’epoca e alcune contaminazioni fossiane. Ho cercato anche di valorizzare le attitudini e le doti artistiche dei ragazzi. Devo ringraziare Francesco, il mio assistente, e Davide Nebbia. Se i ragazzi vanno insieme lo dobbiamo a loro».
Il resto dei ruoli: Felice Casciano (Curtis il gangster), Marco Trespioli (il Commissario Eddie), Manuela Tasciotti (Suor Maria Patrizia), Silvano Torrieri (Joey), Vincenzo Leone (De Niro) e Renato Crudo (TJ).
L’ensemble: Brian Boccuni, Giancarlo Capito, Giulia Dascoli, Jessica Francesca Lorusso, David Marzi, Marzia Molinelli, Valentina Naselli, Elena Nieri, Rosa Odierna, Marco Pasquini, Helen Tesfazghi (anche cover di Deloris).
Qualche domanda a Saverio Marconi da parte di Central Palc/Rivista Musical:
Sister Act e Cabaret (la recensione QUI), per motivi diversi, cadono proprio a proposito in un momento storico così particolare come quello che stiamo vivendo: vuole ribadire il messaggio che volete dare con questi spettacoli?
Cabaret è un’altra cosa, rispetto a Sister Act, però in fondo il tema è sempre lo stesso: tendiamo a non valorizare noi stessi, l’amore, il rispetto per gli altri; soprattutto il rispetto per gli altri. Cabaret dice: «Non nasconderti, partecipa, non dire “non mi riguarda”, perché tutto ci riguarda!». Sister Act dice: «Ama, rispetta gli altri, perché dagli altri ti può venire un aiuto, un sapere, una conoscenza maggiore». Non si parla di bene o di male, si parla di ascoltare.
L’aggettivo che ha usato per identificare Cabaret è stato “Intenso” e, vedendo lo spettacolo, si percepisce davvero l’intensità come chiave di tutto il lavoro; l’aggettivo con cui identificherebbe questa edizione di Sister Act?
Divinamente divertente!
Ed il divertimento è la chiave per far passare messaggi importanti…
Assolutamente, questo è fondamentale: a volte, facendo divertire la gente, bisogna far passare dei messaggi importanti.
Segue comunicato stampa dettagliato:
musiche ALAN MENKEN
liriche GLENN SLATER
testo CHERI STEINKELLNER e BILL STEINKELLNER
dialoghi aggiunti DOUGLAS CARTER BEANE
basato sul film Touchstone Picture “Sister Act” scritto da Joseph Howard
traduzione e liriche italiane FRANCO TRAVAGLIO
direzione musicale STEFANO BRONDI
coreografie RITA PIVANO
scene GABRIELE MORESCHI
costumi CARLA ACCORAMBONI
disegno luci VALERIO TIBERI
disegno suono EMANUELE CARLUCCI
regia SAVERIO MARCONI
UNICO, TRAVOLGENTE… DIVINO!
Dal 10 DICEMBRE 2015
Per la prima volta a Roma, Teatro Brancaccio
SPECIAL GUEST SUOR CRISTINA
Nel ruolo di Suor Maria Roberta
Unico, travolgente… DIVINO! Per la prima volta arriva al Teatro Brancaccio dal 10 dicembre SISTER ACT – il Musical, tratto dall’omonimo film del ’92 che consacrò Whoopi Goldberg nell’indimenticabile ruolo di Deloris, “una svitata in abito da suora”.
Alessandro Longobardi, direttore artistico dello storico teatro romano, dopo il successo ottenuto con RAPUNZEL – il Musical, avvia questo nuovo progetto firmato da Viola Produzioni in collaborazione con la Compagnia della Rancia, per realizzare uno degli spettacoli più attesi della stagione, già grande successo a Broadway.
Venticinque gli splendidi brani musicali scritti dal premio Oscar Alan Menken, (mitico compositore statunitense autore delle più celebri colonne sonore Disney come “La Bella e la Bestia”, “La Sirenetta”, “Aladdin” e altri show tra cui “La Piccola Bottega degli Orrori” e “Newsies”), che spaziano dalle atmosfere soul, funky e disco anni ’70, alle ballate pop in puro stile Broadway, in cui si innestano cori Gospel e armonie polifoniche.
Il testo e le liriche tradotti da Franco Travaglio coinvolgeranno il pubblico in una storia dinamica, incalzante e divertente tra gangster e novizie, inseguimenti, colpi di scena, rosari, paillettes con un finale davvero elettrizzante.
Lo spettacolo è diretto da Saverio Marconi, coadiuvato da un team artistico composto da Stefano Brondi (direttore musicale), Rita Pivano (coreografa), Gabriele Moreschi (scenografo), Carlo Buttò (direttore di produzione), Carla Accoramboni (costumista), Valerio Tiberi (disegno luci) e Emanuele Carlucci (disegno suono).
Nelle affollate audizioni tenutesi al Teatro Brancaccio lo scorso aprile, sono stati selezionati 22 eccellenti artisti tra conferme e nuovi talenti.
Il ruolo di Deloris (ovvero “Suor Maria Claretta”), il ciclone che travolgerà la tranquilla vita del convento, è affidato alla madrilena Belìa Martin, già applauditissima protagonista dell’edizione spagnola del musical.
“L’ho vista in scena a Barcellona – dice Alessandro Longobardi – mi ha stregato con la sua interpretazione e la sua voce nera, calda, in stile gospel. Ha una grande energia, è una ragazza semplice ma di enorme talento; l’ho incontrata fuori dai camerini e invitata a partecipare alle audizioni a Roma, dove Saverio Marconi senza esitazione ha detto: ‘Belìa è perfetta nel ruolo, è lei la nostra Deloris’”.
Il noto attore e conduttore televisivo Pino Strabioli dopo il successo ottenuto con il programma “E lasciatemi divertire” su Rai 3 con Paolo Poli e i recenti successi teatrali (“WikiPiera” con Piera Degli Esposti e “L’abito sposa”), per la prima volta affronterà il musical nel ruolo di Monsignor O’Hara.
E tra gli artisti c’è anche una special guest. Dopo il grande successo a The Voice Italia e del primo disco “Sister Cristina” prodotto da Universal, Suor Cristina abbraccia l’esperienza del grande musical: in SISTER ACT sarà impegnata nel ruolo della novizia Suor Maria Roberta.
“La mia passione per il canto e la musica credo sia nata proprio con me, una passione cresciuta durante l’adolescenza: sognavo di diventare una performer un giorno. La mia strada è stata un’altra, ma il Signore ti dà cento volte tanto… ed eccomi qua, un sogno che si realizza insieme al meraviglioso cast di SISTER ACT!”.
Sul palcoscenico Suor Cristina si alternerà (con un calendario in via di definizione, nel rispetto di impegni della vita di convento) con Veronica Appeddu. “Stiamo lavorando molto bene insieme – dice Suor Cristina – ci scambiamo opinioni sul personaggio, cerchiamo, ognuna con il suo vissuto, di disegnarlo al meglio, grazie anche al regista Saverio Marconi.”
Insieme a loro, performer di grande esperienza come Francesca Taverni (“Cats”, “Mamma mia”, “Next to Normal”, “A Chorus Line”), una voce con inclinazioni rock molto amata nel panorama del musical italiano nel ruolo della Madre Superiora, Felice Casciano (“Pinocchio”, “Frankenstein Junior”, “La piccola bottega degli orrori”, “A qualcuno piace caldo”) nel ruolo di Curtis il gangster con la sua voce calda, profonda in puro stile Barry White e nuovi talenti come l’esordiente Marco Trespioli che ha conquistato con la sua voce tenorile il ruolo del Commissario Eddie.
SISTER ACT – Il Musical
APRE IL CUORE ALLE TUE EMOZIONI
A Natale solo a Roma, dal 10 dicembre
Teatro Brancaccio
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
Tel 06 80687231/2 Fax 06 80687235
BELIA MARTIN è DELORIS VAN CARTIER
Nata a Madrid da madre cubana, è stata protagonista della versione spagnola del musical Sister Act. La sua formazione musicale è ricca e varia. Comincia infatti studiando canto al Conservatorio (con Maite Delgado e in masterclass con il famoso tenore Alfredo Kraus), pianoforte e chitarra. Prosegue studiando tecnica vocale e interpretazione con Virginia Prieto, Sara Matarranz e Ana Castillo. Parallelamente, studia danza e recitazione. Fa parte della corale polifonica della Paz, del coro Vocherini e collabora con cori gospel e gruppi musicali. Tra le altre esperienze internazionali, l’Afrodisian Orchestra, con il compositore e direttore Miguel Blanco. È nello spettacolo musicale “Forever king of pop” (omaggio a a Michael Jackson, con il riconoscimento ufficiale della famiglia Jackson). Partecipa a tour in Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, Porto Rico e al festival internazionale Starlight Festival nel 2013. È inoltre vocalist del gruppo funky Nazzan grein. Fa parte della corale polifonica della Paz e del coro Vocherini e collabora con cori gospel e gruppi musicali. Attualmente è direttore musicale di un nuovo progetto sulla vita di Michael Jackson.
PINO STRABIOLI è MONSIGNOR O’HARA
Attore, autore, conduttore televisivo, si divide fra piccolo schermo e teatro, ha lavorato fra gli altri con Paolo Poli, Franca Valeri, Gabriella Ferri, Piera Degli Esposti,Paolo Villaggio, Marina Confalone, Roberto Herlitzka, Sandra Milo, Anna Mazzamauro, Mario Monicelli, Pupi Avati, Citto Maselli, Patrick Rossi Gastaldi, Ugo Gregoretti, Italo Dall’Orto, Marco Parodi, Maurizio Panici. Fra i programmi televisivi T’amo TV con Fabio Fazio (TMC), Souvenir d’Italie e Senza fissa dimora (TMC), Uno Mattina (Rai Uno), Cominciamo Bene Estate (Rai Tre), That’s Italia (la7d), Apprescindere ed Elisir (Rai Tre). Per 10 stagioni ha condotto Cominciamo bene prima (striscia quotidiana dedicata al palcoscenico e ai suoi protagonisti), sempre a Rai Tre è autore e conduttore di Il Cartellone di Palco e Retropalco e di Colpo di scena (otto serate con Dario Fo, Paolo Poli, Franca Valeri, Giorgio Albertazzi, Valentina Cortese, Piera Degli Esposti, Carlo Giuffrè , Gigi Proietti). Ha collaborato al quotidiano l’Unita’, curato il volume Gabriella Ferri Sempre (Iacobelli), con Paolo Poli firma il volume Sempre fiori mai un fioraio (Rizzoli 2013). Ha curato inoltre per due stagioni la programmazione della prosa di Palazzo Santa Chiara a Roma ed è direttore artistico del teatro comunale di Atri-Teramo. Da poco è andato in onda il programma E lasciatemi divertire, otto puntate condotte con Paolo Poli, sono appena terminate le repliche di Wikipiera, intervista-spettacolo con Piera Degli Esposti ed è attualmente impegnato con la commedia L’abito della sposa di Mario Gelardi, regia di Maurizio Panici.
FRANCESCA TAVERNI è LA MADRE SUPERIORA
Cantante, ballerina, attrice. Nasce a Firenze nell’aprile del 1968, dove studia danza classica, jazz, contemporanea e tip-tap con insegnanti di fama internazionale come Matt Mattox, Larrio Ekson, Fabrizio Monteverde, Virgilio Sieni, Tap Dogs. Si diploma in danza classica con la Royal Academy of Dancing di Londra nel 1988. Frequenta il triennio di scuola di teatro con Stefano Silvestri. Nel 1997 debutta da professionista con lo spettacolo No, no, Nanette con Pippo Santonastaso e Annalisa Cucchiara. Seguirà nel 1998 A Chorus Line con la Compagnia della Rancia e la regia di Saverio Marconi nei ruoli di Maggie, Val, Morales e Cassie. Nel 1999 arriva la meravigliosa esperienza di RENT nel ruolo di Maureen per il quale nel 2000 vince il premio IMTA come Miglior Interprete Femminile di Musical in Italia. Nel 2001 Annette ne La Febbre del Sabato Sera con la regia di Massimo Romeo Piparo. Nel 2003 per Francesca si aprono le porte della Germania con Cats prodotto dalla Stage Entertainment nei ruoli di Grizabella, Bombalurina, Demeter, Gumbie, Jellylorum, Elektra e Tantomile. Nel 2005 Francesca torna in Italia per JCS nel ruolo di Mary Magdalene. Nel 2007 è Liz Imbrie in Alta Società con la regia di Massimo Romeo Piparo. La Germania torna ad accogliere Francesca nel 2008 con Wicked, ensemble e primo cover di Madam Morrible. Nel 2009 nasce Ruben Santiago! Il miglior spettacolo che Francesca abbia mai fatto! Da mamma non poteva che arrivare Mamma Mia!, alternate Donna nella produzione Stage Entertainment Italia nel 2010/2011. Nel 2012 L’Acqua Cheta il Musical, Sora Rosa, Il Cappello di Paglia di Firenze, la baronessa, con la regia di Sandro Querci, nel 2014 Outing, The Last five Years e Replay con la regia di Mauro Simone, The Best of Musical con la regia di Chiara Noschese, Next to Normal con la regia di Marco Iacomelli per la STM di Novara, nel ruolo di Diana. Dal 1990 Francesca insegna nelle migliori scuole di musical italiane e tiene stage di repertorio di Musical Theatre in tutta Italia. Le sue esperienze discografiche comprendono Anima Revuelta (2007) e Desde la calle (2010) con El V and The Gardenhouse. Dal 2011 è una delle docenti della BSMT (Bologna), dal 2015 docente della STM (Novara).
SUOR CRISTINA è SUOR MARIA ROBERTA
Quando Suor Cristina si presenta per la prima volta all’edizione italiana di The Voice deve spiegare che non si è vestita da carnevale. “Sono una suora vera” dice ai coach disorientati. La cover di ‘No One’ di Alicia Keys, cantata da Cristina per le audizioni, emoziona e sbalordisce tutti i coach, una volta girata la sedia in risposta al brano. In abito, copricapo e crocefisso appeso al collo, l’occhialuta 25enne siciliana si scatena ballando e cantando il brano R&B in modo trascinante. Il pubblico in studio impazzisce. E anche a casa. Nel giro di una settimana il filmato della sua interpretazione del brano della Keys – su Twitter la cantante americana lo definisce “pura energia” – si diffonde in maniera esponenziale, ottenendo più di 30m di visualizzazioni su YouTube. Nelle successive puntate Cristina canta con Ricky Martin e Kylie Minogue. Due mesi dopo quell’indimenticabile audizione, la sua performance di “Flashdance… What a Feeling” nel finale dello show le vale il 62% dei voti. Cristina ammette che è una storia straordinaria. Ma non è sempre andato tutto liscio. Dice che il bisogno, l’impulso di fare musica, di cantare è da sempre dentro di lei sin da bambina. Ma conciliarlo con la sua vocazione religiosa ha causato momenti di conflitto e crisi che solo recentemente si sono risolti. “Cantare per me è sinonimo di fede,” dice, seduta nel convento delle suore Orsoline a Milano, dove è novizia e canta nel coro della chiesa. “Ma c’è stato un momento, quando ho iniziato la mia vita religiosa, in cui ho dovuto pensarci seriamente. Ho scelto di unirmi a Dio e mettere da parte la musica. Mi sono dovuta chiedere: possono la musica e la fede convivere? Questa è la domanda cruciale. Non è stato facile. La mia famiglia non aveva quel tipo di apertura. Per loro ero tutto casa e chiesa. Ogni cosa al suo posto. In un certo senso, ho dovuto purificare la parte della mia vita dedicata al canto e unirla alle mie scelte religiose. Ora sento che posso usare la mia voce per esprimere esattamente questo: il mio amore per la vita, il mio messaggio di gioia. Ma è stato un percorso lungo.” Per Cristina il conflitto ha inizio quando in Sicilia da studentessa prende parte a un musical organizzato per celebrare la vita di Suor Rosa Roccuzzo, fondatrice dell’Ordine delle Orsoline della Sacra Famiglia. A quel punto, ricorda ridendo “cantavo con una blues band ed ero arrabbiata con tutto e con tutti, con la chiesa e le regole che pensavo mi stesse imponendo. Era la classica ribellione da adolescenti. Mi chiedevo sempre: ‘Perché devo andare in chiesa?’” La madre di Cristina incontra le suore che stanno organizzando le audizioni per il musical e, al suo ritorno a casa, invita la figlia a parteciparvi. La reazione di Cristina è un secco rifiuto. Ma l’idea dell’invito continua a tormentarla. “E poi ho scoperto,” continua “che l’ex attrice Claudia Koll aveva cambiato la sua vita e abbracciato la fede e ho pensato: ‘se partecipo potrò incontrare gente come lei; qualcuno mi noterà – e poi potrò andare a Roma e iniziare la mia carriera musicale.’ Alla fine ho avuto la parte senza nemmeno fare l’audizione. Il mio ruolo era la giovane Rosa e mi ha fatto riflettere e pensare: ‘Chi sono io?’ Ero arrabbiata con Dio anche per questo. Ma quella parte e le domande che mi sono posta hanno cambiato la mia vita. E poi, improvvisamente ho pensato: “So cosa vuole Dio da me.”
Dopo aver studiato canto e ballo all’accademia di Roma dove Claudia Koll è direttrice, Cristina entra nel noviziato delle Orsoline e va in Brasile, dove passa due anni a lavorare con i bambini poveri. “Il Brasile ha fatto scoppiare di nuovo in me la musica,” dice, “Non riuscivo più a trattenerla. Cantavo per la gente del posto e tutt’a un tratto ho capito che musica e fede possono coesistere senza conflitti. In Nord e Sud America, c’è una grande tradizione di band cristiane, e unire musica e fede è una cosa normale. Non è così in Italia. Ed è forse questo il mio ruolo, la mia missione: cambiare le cose. Perché l’arte arricchisce la fede; non le toglie nulla.” “Il fatto che la gente potrebbe non comprendere quello che sto facendo, o il fatto che lo sto facendo, ha molto a che fare con il passato. La chiesa ha una struttura molto rigida. Ma il messaggio di The Voice ha girato il mondo e credo che questo sia la prova che la gente ha bisogno di questo tipo di messaggio, che va oltre quelle strutture e quelle barriere. Inoltre, l’attuale Papa vuole che la Chiesa sia un esempio positivo per quanto riguarda i giovani, e trasmetta un buon messaggio perché la vita è piena di cattivi esempi. Voglio trasmettere un bel messaggio. È indubbiamente insolito vedere una suora fare ciò e a volte tutto mi sembra in salita. Si, c’è qualcosa che non va in me se non penso alla musica. Ma è anche una cura. Mi lega a Dio. La musica mi ha scelta e io ho scelto la musica. Cos’è venuto prima? È come Dio. E’ Lui che sceglie te, o tu Lui? Niente è lasciato al caso. Sono nata con un dono ed è tutto per me. Mi sento di doverlo condividere”. Quando ci incontriamo, Cristina mi fa sentire il suo nuovo album e ride quando faccio un commento su come batte furiosamente il piede durante i brani più rock – compreso le cover ‘Price Tag’, ‘Try’ di Pink e ‘No One’. Sarà sempre una rocker. A passare del tempo con lei, ci si rende conto che questo dualismo non è contradditorio, ma complementare. Dentro di lei coesistono profonda fede e passione per la musica. L’album si contraddistingue per il dualismo tra i brani più veloci e quelli con passaggi più calmi e contemplativi. Ad esempio, c’è la meravigliosa empatia della versione di ‘Fix You’ dei Coldplay, in cui la sua voce circondata da un coro rinforza il messaggio di devozione del brano. Cristina dona una naturale comprensibilità a ‘Somewhere Only We Know’ dei Keane, e a ‘True Colors’ di Cyndi Lauper. E propone una versione molto personale di ‘Like A Virgin’ di Madonna. “Ho scelto brani basati sui testi e il loro significato. Alcuni mi sembrano molto cristiani, compresa ‘Like A Virgin’, che può sembrare per molti una scelta controversa, ma per me quel brano enfatizza la bellezza della trasformazione della vita. Volevo esprimere l’idea del tocco emozionale di Dio. Uscendo dal buio della mia crisi, Dio ha toccato la mia anima e mi ha ridato la dignità di essere Sua figlia. In ‘Somewhere Only We Know’ c’è una frase: “Sto invecchiando e ho bisogno di qualcuno di cui fidarmi’. Per me si tratta di trovare un nuovo luogo da dove ripartire”.