INGREDIENTI DOSATI PER UNA TORTA MOLTO APPETITOSA DA ASSAPORARE AL TEATRO LO SPAZIO: È LA NUOVA COMMEDIA DI ELISABETTA TULLI DIRETTA DA SERENA MASTROSIMONE E GINO MATRUNOLA.
di Ilaria Faraoni
Quando qualcuno sentenzia che si portano in scena sempre i soliti titoli perché non ci sono idee e non ci sono autori… non sa quel che dice. In giro, spesso nei teatri più piccoli, c’è tutto un fermento di fior di artisti che si mettono in gioco credendo e impegnandosi in prima persona in progetti che nascono dalla passione per il teatro e dalla voglia di fare.
È il caso de La Torta di Joe, spettacolo presentato dalla Compagnia Teatrale Antigone e in scena fino a domenica 8 marzo al Teatro Lo Spazio di Roma (la presentazione su Central Palc QUI).
Un testo fresco, divertente e con contenuto, scritto da Elisabetta Tulli, un’artista a tutto tondo: attrice, cantautrice, scrittrice, docente di tecnica vocale.
Senza svelare troppo la trama, la commedia si svolge nella cucina del locale di Joe, cuoco che aspira ad arrivare al successo tramite la sua fantomatica torta Milady, resa speciale da un ingrediente segreto. Il suo sogno: un’intervista fatta dalla Signorina Salvetti, la misteriosa direttrice della rivista Buongustaio, che può portare un cuoco alle stelle. Il suo mito: Gordon Ramsay (noto in Italia per Cucine da incubo). Intorno a Joe ruotano tre cameriere, ben assortite nelle loro diverse caratteristiche, ed un aiutante straniero, Assir, di pochissime parole. Personaggio chiave poi è quello di Francesca, mamma di una delle tre ragazze, interpretato dalla stessa Tulli.
Durante lo spettacolo si ride tanto e la prima cosa che salta subito all’occhio è che si ride in modo “pulito”. Evviva! Mai volgarità e doppi sensi che in tanti reputano necessari per coinvolgere il pubblico. Ma non si ride soltanto. Alcuni momenti sono anche seri: si affrontano alcuni drammi e problemi come la bulimia o il rapporto genitori/figli, senza tuttavia la pesantezza che ne potrebbe derivare. I due registri si sposano bene tra loro anche quando si passa repentinamente dall’uno all’altro, costituendo anzi uno degli elementi che decretano la buona riuscita dello spettacolo.
I personaggi, poi, sono tutti ben costruiti sulla carta e ben diretti sulla scena: ognuno ha specifiche caratteristiche caratteriali e fisiche, differenziandosi anche nel modo di parlare e nelle gestualità.
Altro fattore vincente è infatti costituito dalla coppia formata da Serena Mastrosimone e Gino Matrunola, due artisti completi in tutte le discipline: qui ne apprezziamo il lavoro attraverso quello che si vede sul palco, visto che i due firmano la regia. Dopo gli ultimi due spettacoli – di spessore drammatico – da loro scritti e diretti (Ho sognato un sogno e Mi Amo), qui Gino e Serena si cimentano con grande destrezza nella commedia brillante. Velocità e tempi esatti fanno gustare tutto di filato l’atto unico, realizzando molto bene il testo della Tulli.
E poi c’è il cast…
Bravo Danny Zazzini, Assir, che deve esprimersi quasi esclusivamente tramite il viso, riuscendo a raggiungere l’effetto voluto.
Valentina Naselli è irresistibile nella caratterizzazione di Nicol, la toscana un po’ svampita e ingenua, che ne combina di tutti i colori con le sue ansie e con la sua appartenenza ad un mondo tutto suo. La Naselli cattura le simpatie fin dalle prime battute, supportata da una mimica facciale perfetta per il personaggio.
Riuscita anche l’interpretazione di Martina Gatto che, con la sua Sandra, è quella che introduce nella commedia i momenti più seri, con naturalezza ed efficacia. Non le mancano poi espressioni che fanno scattare risate assicurate.
Daniele Derogatis è un validissimo Joe, tra l’ossessione per la Tv – grazie alla quale segue il suo reality preferito di cucina – e quella per la sua torta, al punto da non vedere niente di quello che gli sta intorno. Efficace il modo in cui Derogatis passa dalle sfumature aggressive a quelle disarmanti del suo personaggio. Divertentissima la sua trasformazione in DJ per la notte di Capodanno.
Per finire Brunella Platania… cos’è che non può fare questa straordinaria artista? Niente. Può fare tutto. Qui dimostra vis comica da vendere. La sua Vanessa riempie la scena con occhiate, atteggiamenti e toni mai esagerati, ma calibrati. Le giuste dosi di una ricetta sopraffina, tanto per rimanere in ambito culinario. E infatti numerosi e fragorosi sono gli applausi che scattano per lei a scena aperta. Del resto davanti ad una artista cui basta una sola un’alzata di sopracciglio per comunicare quello che vuole, cosa si può fare se non applaudire, applaudire e ancora applaudire?
E se l’ingrediente segreto della torta di Joe, offerta realmente agli spettatori dopo lo spettacolo dagli attori stessi, viene svelato proprio da Vanessa solo verso la fine della commedia, gli altri ingredienti non sono certo un mistero: professionalità, talento, caparbietà, audacia e coraggio, il tutto condito con un retrogusto di musical colto dai palati più fini perché, anche se stiamo parlando di una commedia in prosa, gli artisti coinvolti (sul palco e dietro le quinte) hanno tutti a che fare con il teatro musicale.
Le scenografie sono di Antonio Iannacone, i costumi di Mary Valente, le musiche di Piero Pintucci, le liriche di Valentina Naselli, la grafica e le foto di Paolo Lombardo.
La Compagnia inoltre ringrazia per l’aiuto organizzazione la Compagnia dei Malì e Parrucchiere l’Essenziale.
Si comunica, infine, una interessante iniziativa legata allo spettacolo, che è in gemellaggio con L’amore è ‘na cicatrice (in scena al Teatro Trastevere dal 5 all’8 Marzo). Portando al botteghino del Trastevere 1 biglietto de La torta di Joe, si otterranno infatti 2 riduzioni.